chi siamo

Il gruppo leSovversive nasce nel 2008. Siamo donne lesbiche, femministe e antifasciste diverse per età, provenienza e percorso di vita. Insoddisfatte del fare politica tradizionale definiamo la nostra azione in movimento. I temi che ci appassionano sono quelli dell'autodeterminazione, dell'identità di genere e della lotta alla discriminazione delle donne e delle lesbiche. La lentezza e la produzione di informazioni che generano pensiero critico sono la strategia di azione che privilegiamo. Vogliamo inoltre promuovere, nel nostro spazio virtuale, le forme di espressione artistica e culturale realizzate dalle donne e dalle lesbiche. In questo periodo abbiamo elaborato delle bibliografie per l'infanzia e l'adolescenza "DIVERSAMENTE LIBRI" che vogliono favorire una riflessione sui modelli di genere socialmente imposti e abbiamo attivato delle connessioni con diverse realtà sul territorio nazionale per promuoverne la diffusione e l'utilizzo. Se volete ricevere il materiale richiedetelo semplicemente al nostro indirizzo mail. Saremo felici di inviarvelo.

lunedì 9 febbraio 2009

MUSICA 1 - Ani DiFranco - 32 Flavors



Traduzione testo:

32 gusti

socchiudi gli occhi e guarda più da vicino
io non sto tra te e la tua ambizione
sono una ragazza da poster senza poster
sono trentadue gusti e qualcun altro ancora
e sono oltre la tua visione periferica
perciò forse vorrai girare la testa
perché qualche giorno avrai fame
e mangerai gran parte delle parole che hai appena detto
i miei genitori mi hanno insegnato la buona volontà
e io ho fatto del mio meglio in nome loro
solo la gentilezza che ho prodigato a degli sconosciuti
è più di quanto possa spiegare
eppure ci sono molti che hanno spento la luce del portone
per farmi pensare che non erano in casa
e si sono nascosti nel buio delle finestre
finché me ne sono andata lasciandoli in pace
e che dio ti aiuti se sei brutta
ovvio che essere troppo carina ti frega lo stesso
poiché ciascuno cova un odio segreto per la ragazza più bella della compagnia
e che dio ti aiuti se sei una fenice
e osi risorgere dalle tue ceneri
migliaia di occhi bruceranno di una sorda gelosia
mentre tu torni in volo
non sto cercando di dare un senso alla mia vita buttandoti giù
e voglio dichiarare ufficialmente che ho fatto tutto quello che ho potuto
non sto dicendo che sono una santa
semplicemente non voglio vivere a quel modo
no non sarò mai una santa ma non smetterò mai di dire
socchiudi gli occhi e guarda più da vicino
io non sto fra te e la tua ambizione
sono una ragazza da poster senza poster
sono trentadue gusti e qualcun altro ancora
e sono oltre la tua visione periferica
perciò forse vorrai girare la testa
ché un giorno può darsi scoprendo che stai morendo di fame,
mangerai tutte le parole che hai detto

domenica 8 febbraio 2009

citazione...

"Se abbiamo sofferto una perdita, ne consegue che abbiamo avuto, desiderato e amato, e che abbiamo lottato per creare le condizioni del nostro desiderio. Credo che il dolore colpisca a tratti, e che ci si svegli un giorno con uno scopo, un proposito, un progetto, per trovarsi alla fine frustrati. Per trovarsi a pezzi. Per sentirsi svuotati senza sapere il perchè. C'è qualcosa che va oltre le nostre deliberate intenzioni, i progetti, la possibilità di conoscere e scegliere. Molti credono che il dolore ci riporti ad una dimensione privata, ci confini nella solitudine e, in questo senso, sia depoliticizzante. Ma io credo che il dolore dia vita a un senso complesso di comunità, e sia in grado di fare ciò innanzitutto evidenziando quei legami e quelle relazioni necessari a teorizzare ogni forma di dipendenza fondamentale e di responsabilità etica.
Ciò che il dolore rivela, invece, è lo stato di dipendenza in cui ci tengono le nostre relazioni con gli altri.
Tutto questo sembra chiarissimo nel momento in cui parliamo di dolore, ma è tale solo perchè si tratta di qualcosa già in atto nella dinamica del desiderio. Non si rimane sempre inalterati. Lo si desidera, e ci si riesce fino a un certo punto ma, nonostante i nostri sforzi, si è destabilizzati di fronte all'altro, dal contatto, dall'odore, dalle sensazioni, dall'idea del contatto, dal ricordo delle sensazioni. E quindi quando parlo della 'mia sessulità' o del mio 'genere', come è giusto che faccia, nondimeno mi riferisco a qualcosa di complesso, che mi è in parte nascosto dall'uso che ne faccio. In quanto mezzo di relazione nè il genere nè la sessualità sono esattamente qualcosa che si possiede, ma piuttosto rappresentano un modo di essere spossessati, un modo di essere per l'altro e in virtù dell'altro. Un modo di pensare a come le relazioni non solo ci costituiscano ma siano anche ciò che ci destabilizza.
La possibilità di stabilire nuovi tipi di legame, allora, può scaturire dall'esperienza di fragilità e di perdita."
J. Butler